Perché la lingua che conviene?

Svolto per conto di AIIC Italia da Daniele Mazzacani, Economista e Membro del Gruppo di ricerca in Economia, Analisi delle Politiche e della Lingua – Scuola di Scienze sociali e politiche applicate dell’Università dell’Ulster (Regno Unito), “La lingua che conviene” cerca di raccogliere e ordinare i molti elementi che concorrono all’andamento della lingua italiana, dai catalizzatori linguistici alla propensione a tradurre, dagli anglicismi alle leve di geopolitica linguistica, passando, per raffronto, per le politiche linguistiche attuate in altri paesi. Lo studio traccia un quadro organico che ci aiuta ad osservare e discutere più consapevolmente di lingua e fenomeni linguistici alla luce dei processi spesso carsici che li alimentano e che in essi si manifestano, nell’intento di gettare le basi per una politica linguistica italiana, pratica, inclusiva, soprattutto creativa.

È vero, le lingue non appartengono agli stati né tantomeno ai governi, ma a chi le parla, e gli interventi forzati, le quote, i paletti, la tutela nel senso conservativo del termine, non si addicono al fiume della lingua, che come l’acqua, se la chiudi ristagna, oppure rompe gli argini, e si disperde.

Ed è altrettanto vero che la lingua che prospera è quella che alla lunga si dimostra più forte, quella che ha più cose da dire, quella in cui si fa ricerca e si pensa il nuovo, come dice l’amico e collega Diego Marani.

Lasciare le lingue libere, allora, sembrerebbe l’opzione più giusta, e lo è, perché la libertà è sempre la scelta migliore.  Restiamo consapevoli però, e da qui la necessità di uno studio, che le lingue non sono totalmente libere, che esistono i catalizzatori linguistici, le influenze trainanti dettate dalle necessità istituzionali, economiche, sociali e geopolitiche.

La lingua più forte, quella che ha più cose da dire, quella in cui si fa ricerca e si pensa il nuovo forse è tale perché la comunità dei parlanti a cui fa riferimento coltiva il nuovo, propizia la ricerca, ha voglia di dire quello che ha da dire con parole proprie, ha voglia di dare un nome ai concetti e alle realtà che si formano, ed è disposta ad investire nell’impresa della comprensione. Una comunità che sa che per essere libera nel pensiero e nell’innovazione, la lingua ha bisogno di mezzi, che sa qual è la lingua che conviene.

“La lingua che conviene” sarà pubblicato in quattro puntate con cadenza settimanale sul sito AIIC LaLinguaMadre e per intero a partire dal 21 febbraio, in occasione del Festival “LaLinguaMadre”- La Lingua che conviene, che si terrà a Roma presso la Sala Capitolare del Senato.

Lo studio a puntate: