Cos’è Imago Verbis?

Potremmo anche lanciarci in una (forse) dotta dissertazione, frugando tra i meccanismi dei nostri neuroni per tentare di spiegare se è la parola che forma l’immagine o il contrario, andare di lobo in lobo per vedere in quale quadrante della corteccia avvengano le associazioni tra idea, immagine, emozione che ne deriva, parola che descrive l’oggetto, parola che descrive la sensazione. Potremmo scorrazzare tra il potere simbolico e la competenza emotiva.
Al di là delle suggestioni della neurolinguistica, però, vorremmo che Imago Verbis fosse un bel gioco, il gioco delle nostre parole, con tutti i loro colori, che si sposano con le emozioni dell’arte

Ecco le regole:

1) scegliete una parola italiana, quella che volete, purché vi piaccia. Meglio ancora se la usava magari vostro nonno, se non è corrente, o anche decisamente inusuale, arcaica, o ancora gergale, oppure curiosa, se vi suona buffa, se vi fa sempre pensare a qualcosa, ogni volta che la incrociate. Se ne incrociano di parole fantastiche nella vita, avete davvero l’imbarazzo della scelta;

2) trovate un’opera italiana, dipinto o scultura, di qualsiasi epoca, che secondo voi rappresenta visivamente proprio quella parola, quella che avete scelto voi;

3) mettetele insieme, corredate da definizione (da vocabolario) e da nome, autore, tipologia d’opera, data di esecuzione, se possibile e luogo in cui viene conservata, ci pensiamo noi ad assemblare;

4) inviatela a laLinguaMadre! Le migliori Imago Verbis (scelte con l’aiuto della galleria ArtSharing di Roma) saranno pubblicate col vostro nome (se volete!) sull’apposita sezione del sito (https://lalinguamadre.com/imago-verbis/)

Intanto cominciamo noi! Buona Imago Verbis a tutti!